Top album 2019

Top album del 2019.

Una grande annata con molti ottimi album. Non perdetevi anche alcuni brani indicati nella scaletta spotify che segue. Brani come Time to give dei White Lies e Io sono l'altro di Fabi, pur non essendo i loro album nella top 21, sono le cose migliori sentite quest'anno.

playlist 2019.


1 - The National - I am Easy to find (Chamber rock)

Partiamo dal video, anzi dal film omonimo che fa da colonna visiva all'album (o è l'album che fa da colonna sonora al film). I am easy to find - Film su youtube
Alicia Vikander (divenuta famosa ai più per avere interpretato le forme esagerate di Lara Croft), è stata scelta come protagonista del film e si cimenta in un difficile ruolo; interpretando tutte le fasi della vita di una donna contemporanea, dalla nascita alla vecchiaia, senza alcun trucco di scena. La sua credibilità nelle varie età della vita è dovuta alla sua splendida interpretazione. Vedrete una vita intera, che potrebbe essere la vostra, in meno di 30 minuti. L'empatia con l'umanità insita in ognuno di noi fa sì che non potrete non immedesimarvi nelle emozioni di ogni essere umano, gioirne e soffrirne. I brani, emozionanti e toccanti, si susseguono come in un racconto. Molte le voci femminili che duettano con Matt Berninger in un saliscendi di toni ed emozioni. E' difficile indicare il brano migliore in un album che colpisce proprio per la sua organicità. Se proprio dovete sentire un quadris di brani per farvi un'idea ascoltate Rylan, Easy to find, Quiet light and Hairpin Turns. 

2 - Haelos - Any Random Kindness (Trip-Hop, elettronica)

Secondo album (dopo il meraviglioso Full Circle del 2017) e fanno di nuovo centro. caratteristiche principali: arrangiamenti coinvolgenti, utilizzo misurato dell'elettronica, funzionale al brano e non fine a se stessa. Le due voci, maschile e femminile, si intersecano e ricamano dolcemente le melodie. E poi emozionano portando l'ascoltatore su e giù come in una onda (Another Universe) o con ritmi incalzanti (Buried in the Sand) o con motivetti che fanno fatica ad andar via dalla testa (Kyoto). Altri brani come End of World Party, ARK,, Deep State, Empty Skies sono il loro marchio di fabbrica.

3 - Rustin Man - Drift code (songwriter)

Nell'anno della morte del grande Mark Hollis, compianto leader dei Talk Talk, capaci di trasfigurare loro stessi inventando il post-rock alla fine degli anni '80, torna a pubblicare un album il suo collega Paul Webb. Dopo 19 anni di silenzio e pochi mesi prima della dipartita di Mark. Ne viene fuori un album struggente, malinconico e disperato, dove l'unica certezza è il tempo che passa e va via, la vecchiaia che arriva e l'enorme tristezza della consapevolezza di tutto ciò. Paul Webb canta in prima persona e la sua voce anche se non bella è graffiante e fortemente espressiva, capace di trasportare l'ascoltatore verso le parti più buie della mente.

4 - Beck - Hyperspace (pop)

Il suo album precedente, Colors, presentava una serie di splendidi singoli di facile presa. In questo nuovo album così non è: tutti i brani sono molto piacevoli e amalgamati ma non ci sono ritornelli da hit. La collaborazione con Pharrell Williams è servita a esprimere un sound diverso, e nella seconda parte dell'album ci sono richiami alle colonne sonore di fantascienza alla Alan Parson. Un lavoro che non annoia neanche dopo molti ascolti. 

5 - Dimartino - Afrodite (pop)

Di Martino è un cantautore palermitano al suo quinto album, e Dimartino è il nome della sua band. La differenza in quest'album della maturità la fanno gli arrangiamenti, perchè le idee musicali e i validissimi testi c'erano anche primi. Come mai non sia andato a Sanremo è un mistero, perchè brani come Giorni Buoni e Cuore Intero (stile Fleetwod Mac) sarebbero stati ben accolti, così come i richiami a Dalla e Battisti. Commoventi i brani Feste Comandate sulla paternità e la chiusura con Daniela balla. La migliore uscita italiana del 2019. 

6 - Foals - Everything not saved will be lost (Indie-rock)

Non è un album ma sono due, usciti a mesi di distanza uno dall'altro e trattano il tema ambientale della cura del nostro pianeta. La parte I è sicuramente la più riuscita e brani come Exits, In Degrees e Sunday farebbero la gioia di parecchi gruppi a corto di idee. La seconda parte è sicuramente più muscolare, The Runner e Black Bull su tutte, ma nel finale le atmosfere diventano più ragionate e meno urlate, così 10.000 feet (vedi Marillion) e To the surf ci restituiscono l'anima più melodica dei Foals. Se non li conoscete vergognatevi, è dal loro secondo album che non sbagliano un colpo, mai a corto di idee, mai a corto di determinazione, il gruppo di Oxford E' IL ROCK oggi.

7 - Psapp - Tourists (Toy-pop)

Dopo 6 anni, senza fretta, esce Tourists dei Psapp, ed è un lavoro sommesso. Non si cerca di stupire l'ascoltatore con brani ad effetto ma si gioca sui particolari e sul minimalismo, sulla ricerca del giusto suono (Woods suonata con i legnetti), L'inizio con uPVC è alla Seal, poi i brani sono talvolta più malinconici o più frizzanti e trasmettono una grande leggerezza. Pieces, splendida, fa venire voglia di sentire l'intero album.

8 - Daniele Silvestri - La terra sotto i piedi (Cantautore)

Non è ai livelli del precedente Acrobati però i brani di livello ci sono e diventeranno classici del suo già grande repertorio. Qualcosa Cambia è una apertura degna de La  mia casa, ArgentoVIvo è una vergogna che non abbia vinto Sanremo. Complimenti Ignoranti è  densa di  autoironia, Blitz Gerontoiatrico è un omaggio a Frankie Hi Nrg, Rame e Tempu modesti sono due splendidi brani verso la fine dell'album.

9 - Jenny Hval - The practice of love (synth-pop)

L'album, breve, utilizza in maniera massiccia l'elettronica, e senza la batteria incalzante un brano come High Alice (fantastico) non sarebbe così d'impatto. Il brano che dà il titolo all'album è in realtà una installazione audio da biennale non così importante e alla fine i bran veri e propri sono solo sette, ma la quantità sarebbe stata cattiva consigliera perchè con così pochi brani è facile non scadere in passi falsi. 

10 - Bobby Joe Long's Friendship party - Semo solo scemi (Coatto-Wave)

Qualche anno fa con Roma Est hanno inventato un genere. Il successivo Bundytismo non era agli stessi livelli, quest'ultimo Semo solo scemi è un grande album. Alcune citazioni immerse in una atmosfera Dark-Wave. Il discorso di Craxi alla camera "e grida spagnolesche" che come ci ricordano "anche Reagan ha fatto rimbarzà". La chiusura con Aka Lawrence D'Arabia che va, sistema l'ottomani e poi torna. Se uno ci crede per tre album o è un cojon o è un grande e io propendo per la seconda.

11 - Mòn - Guadalupe (Indie-rock)

I Mòn, come i Bobby Joe, sò de Roma, ma non ostentano in quanto cantano in inglese. Qualche anno fa il loro primo (capo)lavoro l'avevo giudicato il miglior album dell'anno. Questo Guadalupe si difende bene e diciamo che gli mancano un paio di pezzoni che c'erano in Zama per essere allo stesso livello. Ottima l'apertura con Mantis e la perfetta IX, grandi Climax in Moth e green silk cloth. Se ancora non conoscete i Mòn recuperate al più presto.

12 - Boy Harsher - Careful (Dark Wave)

Boy Harsher vi fa entrare in una discoteca decadente, umanità che balla in compagnia senza accorgersi dei vicini che sono lì, presenti ma soli come tutti. Tutti alle prese con il loro movimento e le loro sensazioni indotte da sostanze varie, mentre il ritmo incalzante e ipnotico alla Depeche Mode ingloba tutto. La voce profonda incalza. Inziate con Face the Fire e LA.

13 - Metronomy - Metronomy forever (Math pop)

Dopo molti album si divertono ancora moltissimo e giocano con l'elettronica, il pop e il ritmo. Sono sempre loro e se un difetto ha l'album è la sua prolissità. Quello che è certo è che se sentite un qualsiasi brano lo sentirete fino in fondo, sono tutti pezzi estremamente radiofonici. L'uso interessante dell'elettronica, che mancava nei lavori precedenti, dà un tocco in più. Sentitevi per iniziare Whitsand Bay, The light e Sex Emoji.

14 - Tool - Fear Inoculum (Metal)

I Tool tornano dopo molti anni da Lateralus con i loro inviluppi matematici, tra brani in temi dispari e climax. Dopo aver sentito un paio di brani sarete come immersi nel loro mondo buio tra i loro fantasmi della mente.

15 - Tim Bowness - Flowers at the scene (progressive rock)

Nell'anno in cui nulla arriva di Steven Wilson ci ascoltiamo con piacere il suo compagno di merende Tim Bowness che non ci fa rimpiangere un po' di progressive contemporaneo. Iniziate con I go deeper. In realtà Tim e Steven quest'anno hanno pubblicato un insignificante album dance con il loro pseudonimo noname ma lasciamo perdere.

16 - Handlogic - Nobody Panic (Indie-Rock)

Il gruppo toscano è emulo dei Radiohead e confeziona un album che sembrano proprio loro. A suggello di un progetto che è dichiaratamente un omaggio la loro versione di Paranoid Android, ma il meglio sta prima specialmente in brani come Scribbles e A Little Life,

17 - The Chemical Brothers - No Geography (Electro-Dance)

Sono sempre loro, niente di nuovo, ma il sound è quello giusto, le idee ci sono. Got to keep on potrebbe essere un loro grande successo di anni fa. Ci si perde un po' nella seconda parte dell'album ma comunque è un ritorno ben riuscito. 

18 - Mulai - Hd Dreams (Elettronica)

Il miglior album di elettronica soft dell'anno arriva dall'Italia, dal Producer bresciano che ha come pseudonimo Mulai. L'album è breve e non ci si stanca delle sue atmosfere di elettronica soft con canto pop, tra James Blake e John Maus. Ascoltatevi Hd Me per iniziare ma l'album scorre via che è un piacere.

19 - Jambinai - Onda (Post-Rock, Metal, Folk)

Il gruppo coreano si fa conoscere al di là dei confini asiatici proponendo una musica universale che lascia sottotraccia i temo folk coreani per ampliarsi verso nuovi orizzonti stile Sigur Ros. 

20 - Tr/St - Destroyer (Dance, Dark Wave)

Come i Foals anche Trust fa bis con due album dallo stesso nome nello stesso anno. Robert Alfons non fa niente di nuovo ma lo fa molto bene, è musica da discoteca ma è anche Dark Wave, e i ritornelli restano in mente. E' il terzo album di fila che fa centro con motivi orecchiabili e cupi allo stesso tempo. Meglio la parte I della parte II con Grouch e Bicep su tutto, ma anche Iris e Slow Burn nella seconda parte sono da menzionare. 

21 - Alcest - Spiritual Instinct (post-Rock)

Il gruppo francese ritorna con un album coinvolgente e a tratti duro che sconfina con il metal.

Altri begli album del 2019

- Joe Jackson -  Fool (Rock)
- Bilderbuch - Vernissage my heart (post-punk)
- Niccolò Fabi - Tradizione e tradimento (cantautore)
- Caroline Polachek - Pang (Pop)
- Caterina Barbieri - Ecstatic computation (Elettronica)
- Julia Kent - Temporal (Neoclassical)
- These new Puritans - Inside the rose (Neoclassical)