2012: Canarie

Canarie

Dal 4 luglio al 26 luglio 2012 in giro per le isole Canarie (Lanzarote, Fuerteventura, Gran Canaria, Tenerife)

4 luglio

Partenza alle 7.30 ed arrivo alle 15.00 circa, ora locale, a Lanzarote, dopo aver fatto scalo a Madrid. Arrivati al nostro appartamento a Costa Teguise, Marcello e Giovanni vanno in piscina, mentre io mi riposo (ci siamo svegliati prima dell’alba).

5 luglio

Visita del P. N. de Timanfaya con campi di lava ricoperti qua e là di licheni e qualche rarissimo cespuglio; la ruta de los volcanes, che percorriamo con il bus del parco, ci fa passare vicino a caldere, formazioni vulcaniche particolari (resti di fiumi di lava o “grotte”), lava di tipo aa e pahoehoe in un percorso piuttosto arduo da cui a tratti si vede anche il mare. Il punto di partenza e arrivo di questo giro si trova accanto ad un locale, progettato da Cesar Manrique, dove pranziamo godendoci il panorama; in questo posto (Islote de Hilario)a 4 km di profondità si conserva una camera magmatica che rende il terreno in superficie molto caldo: scavando un po’ si raggiungono i 100 °C, si possono bruciare sterpaglie, mettendole a contatto con il suolo, e giungendo un po’ più in profondità si realizzano geyser artificiali e si ottiene un forno naturale su cui cucinare alla griglia… Anche fuori dal parco il paesaggio è abbastanza lunare, con la terra nera, i muretti a secco costruiti con le pietre vulcaniche, talvolta a forma di ferro di cavallo, per proteggere le basse piantine di vite o fichi dal vento che anche oggi soffia forte; le case sono bianche, di forma geometrica, talvolta senza tetto o, quando ce l’hanno, senza tegole. Nel pomeriggio, dopo una rapida tappa al Centro de visitantes de Mancha Blanca (spiegazioni su geologia ed ecologia del luogo), andiamo al bellissimo Jardin de cactus, un giardino botanico di piante grasse che è anche un’opera
d’arte - architettura (di nuovo Cesar Manrique ): in una vecchia cava ci sono terrazze concentriche, collegate da scale, su cui sono state inserite piante grasse di diverse dimensioni, forme e provenienze; su di un lato, in cima, c’è anche un vecchio mulino a vento.

6 luglio

Verso sud a El Golfo, passando per La Geria e i suoi vigneti: dopo una tappa al parco del paese che dà sull’oceano, facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia di sabbia e ciottoli neri davanti ad un piccolo stagno verde (Charco de los Clicos) a causa delle sue alghe; intorno c’è uno sfondo di roccia vulcanica che Giovanni si è divertito a scalare, dopo essersi bagnato i piedi nell’oceano. Sulla strada verso Playa Blanca ci fermiamo a Los Hervideros, delle grotte in cui si insinua l’oceano spumeggiando, e a Playa de Jambio, dove si possono osservare dall’alto delle saline. Dopo una passeggiata a Playa Blanca e un passaggio per l’elegante porto turistico di Marina Rubicon, andiamo a Punta Papagayo, una riserva naturale selvaggia che presenta degli scorci sull’oceano (si vedono le dune di Fuerteventura) e delle spiagge più o meno protette dal vento e dalla forza dirompente delle onde.

7 luglio

Ad Haria, delizioso paesetto con un piccolo ma originale mercato di prodotti artigianali di vario tipo. Mirador del Rio, un’altra delle splendide realizzazioni di Manrique, dove si fondono architettura e natura (esterni in roccia vulcanica ricoperta di licheni, perfettamente mimetizzato con l’ambiente circostante) e c’è una splendida vista sulla Isla Graciosa che sta di fronte. Dopo la pausa pranzo ad Orzola si va a Cueva de los Verdes ,serie di grotte di origine vulcanica, parte di un tubo lavico di un’eruzione di 5000 anni fa, con una sala per i concerti e sorpresa finale, e a Jameos del Agua che fa parte dello stesso tubo lavico, ma più vicino alla costa; parte del soffitto è crollato in alcuni punti (jameos) formando delle grotte a cielo aperto in cui si trovano un ristorante, una piscina decorativa circondata da vegetazione e su cui si sporge un’alta palma; ci sono poi anche delle grotte: in quella di passaggio tra un jameo e l’altro c’è un laghetto sul cui fondale ci sono dei piccoli granchietti bianchi endemici (v. simbolo del posto) e in un’altra c’è un auditorium; c’è anche un museo - centro di ricerca sui vulcani.

8 luglio

A Teguise dove c’è un affollato mercato che quasi soffoca la cittadina che non abbiamo potuto apprezzare molto, a parte la piazza principale; pranziamo a La Caleta de Famara in un bel ristorante che dà direttamente su un campo di lava molto vicino all’oceano: un po’ più lontano si vede la spiaggia di sabbia bianca (le dune vengono spinte dal vento fin sulla strada) ed alcune persone che fanno kite surf. Mentre Giovanni dorme in macchina, visitiamo a turno la casa-museo di Lagomar a Nazaret: è un susseguirsi di scalette, piscine, passerelle sull’acqua, terrazze con punti panoramici, luoghi d’ombra e di luce, oltre all’abitazione vera e propria in cui si trova anche la stanza in cui Omar Sharif si sarebbe giocato a carte la casa stessa progettata da Jesus Soto. Concludiamo la giornata visitando la Fundacion Cesar Manrique a Tahiche: un tempo abitazione dell’artista, è un altro esempio della sua capacità di trovare in questo ambiente naturale (un campo di lava) gli spazi per vivere (caminetto, salottini in bolle d’aria lasciate dalla colata di lava, piscina, tavolo per mangiare la grigliata, bagno…) e per creare; ci sono anche degli spazi espositivi con delle grandi finestre sul campo di lava a corde; la visita si conclude davanti ad un murales colorato; in questo contesto si inseriscono bene dei cactus, di diverse specie e dimensioni, e delle sculture “dinamiche” che si muovono con il vento.

9 luglio

Mattinata trascorsa a bighellonare per le vie del centro di Arrecife, mentre nel pomeriggio stiamo in piscina (abbiamo restituito l’auto).

10 luglio

Giornata di trasferimento a Fuerteventura; prendiamo il traghetto da Arrecife a Puerto del Rosario e poi con l’auto a noleggio fino alla nuova sistemazione a Caleta de Fustes; pomeriggio in piscina sull’oceano.

11 luglio

P.N. de Corralejo, dove ci sono delle belle dune di sabbia bianca che ci siamo divertiti a scalare e soprattutto a discendere; sulla riva dell’oceano Marcello e Giovanni si sono divertiti a inseguire (e farsi inseguire da) le onde. Breve passeggiata nel porto vecchio di Corralejo (commovente il duplice monumento al marinaio) e pranzo sul mare con vista su Isla de Lobos e su Lanzarote. La Oliva: Casa de los Coroneles ben restaurata (belli il patio interno e tutte le imposte in legno) con sullo sfondo un classico cono vulcanico; al suo interno ci sono tre belle mostre fotografiche, Una di paesaggi delle Canarie, una di foto vecchie ed una contemporanea di volti di persone provenienti da diverse parti del mondo. Pausa dolcetto a Lajares e rientro.

12 luglio

Betancuria: forse il paesetto più carino che abbiamo visitato finora, tra le palme, la vegetazione più rigogliosa e i suoi edifici bianchi, compresa la iglesia de Santa Maria (bello l’interno con pavimento in pietra, un altare in legno intagliato e dipinto, sacrestia con belle tavole sulla vita di Maria e affresco-fumetto). Dopo la doverosa pausa parco, andiamo a Pajara dove c’è un bel vialetto di buganvillee multicolori e la chiesa di Nuestra Senora de la Regla con un bel portale in pietra con decorazioni in stile azteco; nel pomeriggio, mentre Giovanni dorme, facciamo a turno un bel sentiero sul mare (siamo arrivati fino alla spiaggia nera di Ajuy e a Puerto de la Pena) molto interessante anche dal punto di vista geologico oltre che paesaggistico, che porta fino ad una grotta che ricorda proprio un covo dei pirati… Al rientro ci fermiamo a Tiscamanita dove hanno risistemato un vecchio mulino a vento con annesso centro didattico (bello il cortile interno con melograno e vite-pergolato) dove Giovanni ha imparato come si fa la farina.

13 luglio

Penisola di Jandia: ci fermiamo a Costa Calma dove ci sono molti wind-surf e kite-surf, ma il vento è così forte (la sabbia ci colpisce con violenza i polpacci) che siamo costretti a ritornare all’auto dopo una breve passeggiata; proseguiamo verso Morro Jable e poi verso Punta de Jandia dove c’è un faro; da lì, sempre su sterrato, arriviamo fino a Cofete: la costa vista dall’alto è così selvaggia e a questo si aggiunge la nebbia e la violenza del vento che fa spumeggiare le onde… è proprio un paesaggio da fine del mondo.

14 luglio

Trasferimento in aereo sull’isola di Gran Canaria; prima di raggiungere la nostra sistemazione a Playa del Ingles, visitiamo il centro storico di Aguimes, ben risistemato e curato, con una serie di targhe sui muri di alcune case che riportano citazioni di autori spagnoli e delle sculture in bronzo in omaggio a mestieri o animali, ma non solo, della cittadina. A prima vista il paesaggio di quest’isola è meno desertico e più popolato rispetto alle prime due visitate.

15 luglio

Verso l’interno in montagna (nonostante siamo sopra i 1000 m di quota troviamo temperature più alte man mano che ci allontaniamo dalla costa): dopo esserci fermati in un paio di punti panoramici lungo la strada piuttosto tortuosa (in uno di questi incontriamo due coppie di friulani, una delle quali residente qui da qualche anno), facciamo un trekking di circa mezz’ora per raggiungere Roque Nublo e tutt’intorno si gode di un bel panorama sui picchi montuosi del circondario (Roque Bentayga e Pozo de las Nieves…); qui il paesaggio ci ricorda, per certi aspetti, quello del Gran Canyon (con le dovute differenze di dimensioni e di vegetazione), perché sembra che ci sia stata la progressiva azione erosiva di un fiume. Andiamo ad Artenara, passando per Tejeda, e poi a Cruz de Tejeda, centro geografico dell’isola; da qui in auto, su una strada costeggiata da castagni in fiore e da pinete con aree pic-nic, raggiungiamo il punto panoramico di Pozo de las Nieves.

16 luglio

Caldera de Bandama: dopo aver percorso delle strade in collina costeggiate da belle casette e buganvillee in fiore, una strada “a chiocciola” ci porta in cima ad un cocuzzolo da cui si vede molto bene questa ampia caldera di un vulcano spento (ma anche un bel panorama intorno). Si va poi a Galdar (purtroppo oggi il parco archeologico Cueva pintada è chiuso) dove passeggiamo per le vie del centro storico e, all’interno dell’ufficio turistico, possiamo osservare una bella dracena nel piccolo cortile interno e da lì accedere ad un piccolo teatro con loggioni. Nel pomeriggio siamo ad Arucas: il centro storico è carino con l’imponente chiesa gotica di San Juan, ma l’ora non è delle migliori per passeggiare, così cerchiamo rifugio nella frescura del’ombra dei giardini municipali.

17 luglio

Visitiamo la capitale Las Palmas limitandoci ai quartieri di Vegueta e Triana: ci sono alcuni bei palazzi storici dell’800; molto curata sia all’esterno (bel portone in pietra, grate in legno dei balconi) che all’interno (due bei cortili interni e interessanti mostre sui viaggi di Colombo e i rapporti tra isole Canarie e Nuovo Mondo) la casa Colon; imponente la cattedrale di S. Ana; visitiamo anche il CAAM con delle mostre d’arte contemporanea (fotografie e cortometraggi) che mi lasciano un po’ perplessa, anche se ci divertiamo ad osservare un originale “puzzle” di uno strano personaggio in movimento. Piscina e relax nel resto del caldo pomeriggio.

18 luglio

La giornata di oggi mi riconcilia con l’isola, nonostante permanga un forte caldo; andiamo a Puerto de Mogan, paesetto di mare proprio carino con le case bianche dai riquadri colorati ed invase dalle buganvillee; la costa che lo precede è aspra e selvaggia, anche se nei tratti di Taurito e Puerto Rico è stata violentata per costruirci degli “alveari”. Nel tardo pomeriggio, dopo la pausa sonnellino in camera, facciamo una lunga e suggestiva passeggiata sulle dune di Maspalomas, fino ad arrivare all’oceano con ciottoli neri sulla riva: a tratti, lungo il tragitto, sembra di essere nel deserto!

19 luglio

Dopo una passeggiata a Telde, trascorriamo il caldo pomeriggio al Barranco de Guayadeque, dapprima visitando l’interessante centro informazioni e poi “arrampicandoci” lungo la gola: vediamo le grotte abitazione e granaio (bolle d’aria intrappolate nella lava e portate alla luce dall’erosione), alcune delle quali ancora utilizzate, panorami sulla gola ed infine cerchiamo un po’ di refrigerio in un bar-ristorante le cui salette sono scavate nella roccia.

20 luglio

Trasferimento a Tenerife dove la temperatura è decisamente più clemente, soprattutto la sera. Visitiamo La Laguna, una graziosa cittadina con dei bei palazzi storici; visitiamo il convento di Santa Clara, con il bel retablo in legno intagliato e decorato, sbirciamo il patio di casa Salazar e facciamo un interessante giro nel Museo de la Historia de Tenerife: molto bello l’edificio storico che lo ospita (casa Lercaro), soprattutto il cortile interno con il balcone in legno intagliato. La sera, raggiungendo il nostro albergo a Puerto de la Cruz, notiamo che la vegetazione qui è più lussureggiante e le abitazioni più numerose: entrambi si distendono sulle colline che scendono verso il mare; in lontananza, ammantata dalle nuvole, si scorge la sagoma del Teide. L’hotel in cui alloggiamo ha il sapore di un luogo d’altri tempi, con una piscina accanto a cui c’è un bel giardino.

21 luglio

A Icod de los Vinos per vedere una maestosa dracena; proseguiamo per Garachico, cittadina sul mare con un grazioso centro storico, anche se la cosa più bella sono le piscine naturali realizzate sulla colata lavica che a suo tempo, inizi ‘700, distrusse il porto che l’aveva resa una cittadina fiorente; saliamo poi per ammirare la costa dall’alto e, passando per Santiago del Teide, arriviamo fino a Masca, un paesetto arroccato su una cresta, da cui si ha una particolare vista sul paesaggio montuoso intorno, ma si arriva a vedere l’oceano (si intravede il profilo di La Gomera in lontananza). Arriviamo poi fino a Puerto de Santiago e osserviamo di passaggio le scogliere de los Gigantes; proseguiamo fino alla pacchiana Playa de las Americas, dove ci concediamo una passeggiata su un tratto di lungomare.

22 luglio

P. N. del Teide: saliamo da Puerto de la Cruz e, ancora una volta, ci sorprende la variazione di temperatura che cresce al crescere della quota; la vegetazione rigogliosa della costa viene via via sostituita da castagni, pini e poi da bassi e radi arbusti (v. taginaste con spiga rossa quando è in fiore); lungo il tragitto in auto vediamo formazioni particolari (rosa di pietra), campi di lava, colate a corde, materiali di eruzioni più esplosive, basalto con inclusioni di ossidiana, ed il paesaggio, che mostra diversi colori, è davvero incredibile. Con la funivia raggiungiamo il Pico del Teide e, pur non essendoci una buona visibilità, quello che vediamo è impressionante; cominciamo l’ascesa alla vetta, ma Giovanni sembra un po’ ubriaco a causa dell’aria più rarefatta (siamo a circa 3600 m di quota), così lui e Marcello scendono subito, mentre io completo l’ascesa, raggiungendo i 3718 m ed è stato emozionante: in cima la vista non è un granché e la puzza di zolfo è fastidiosa, ma guardare il cratere e sapere di essere così in alto è proprio emozionante. Ridiscendiamo e nel pomeriggio siamo a La Orotava, dove visitiamo las casas de los balcones e passiamo accanto a begli edifici storici (portoni e balconi di legno decorati in modo prezioso) e giardini, passeggiando piacevolmente, vista anche la temperatura più gradevole.

23 luglio

Giornata interamente trascorsa al Loro Park che abbiamo visitato in lungo e in largo, guardandoci tutte le attrazioni che offre anche se quello che Giovanni ricorda di più è il parco giochi con gli alberi e le reti su cui arrampicarsi; oltre alle molteplici specie di pappagalli, si possono osservare la tigre bianca, gli oranghi, le nutrie, i pinguini, i suricati, le tartarughe giganti, i coccodrilli e naturalmente gli spettacoli-esibizioni di leoni marini, delfini, orche e pappagalli; interessante anche il percorso tra gli alberi nella grande “voliera”, l’orchideario e la giungla.

24 luglio

Visita alla città di Santa Cruz a partire dal Parque Maritimo (di nuovo C. Manrique) e dall’auditorium di Calatrava, una specie di grande onda bianca, vicini all’oceano; proseguiamo la passeggiata fino all’antica chiesa di Nuestra Senora de la Conception e la sua torre campanaria, per poi continuare nel centro cittadino fino al parco Garcia Sanabria. Nel pomeriggio saliamo ai monti Anaga, da cui non possiamo vedere alcun panorama, perché da un versante sale una fitta e fredda nebbia che supera il crinale rovesciandosi dall’altra parte e svanendo un po’ più giù.

25 luglio

Mattinata al lago Martianez, una serie di piscine sul lungomare, progettata da C. Manrique, per cui sembrano un ambiente naturale, arricchito da alcune sculture. Nel tardo pomeriggio, dopo la nanna di Giovanni, scendiamo a piedi e passeggiamo nel centro storico di Puerto de la Cruz e sul lungomare: la luce è proprio bella e la cittadina, pur essendo una cittadina turistica, ha un sapore d’altri tempi ed è più “vera” rispetto ad altri centri dell’isola, costruiti ad hoc.

26 luglio

Rientro a casetta; partiamo da Tenerife norte alle 14.00 circa, ora locale, e, con cambio a Madrid, arriviamo a Venezia poco prima delle 22.00